mercoledì, giugno 28, 2006

Lo stile Juve? Non c'è mai stato

Moggi a Ballarò: "la proprietà ha sempre saputo tutto ciò che facevo". Dunque una nube si posa finalmente sugli Agnelli...Ma seriamente qualcuno pensava il contrario? Pensava che la famiglia più potente d'Italia non ne sapesse nulla? C'erano dentro fino al collo. E da molto prima dell'era moggiana.Diciamo almeno dal 1980?

Ecco che finalmente si possono tirare fuori dalla muffa certi libri "pericolosi"... Si può ricordare a tutti come Lazio e Milan furono retrocesse in B nel 1980 perché non contavano nulla a livello politico, mentre testimonianze a dir poco dubbie salvarono la "Signora"...

Riporto uno stralcio di libro di Carlo Petrini, conterraneo di Moggi (!!).


"Domenica 13 gennaio 1980 si doveva giocare Bologna-Juventus. I
bianconeri erano in una sitauzione disastrosa: erano reduci da ben tre
sconfitte consecutive, e in classifica stavano scivolando addirittura
in zona retrocessione. Il giovedi' prima della partita il direttore
sportivo del Bologna, Riccardo Sogliano, alla fine dell'allenamento ci
raduno' tutti negli spogliatoi, titolari e riserve, e ci disse: 'Ci
siamo messi d'accordo con la Juve per pareggiare la partita di
domenica. E' chiaro per tutti?'. Nessuno di noi giocatori ebbe niente
da obiettare.
[...] Discutemmo con Perani la somma da puntare, e si decise per 50
milioni. Mentre stavo lasciando lo spogliatoio per andare a telefonare
la puntata a Cruciani, l'allenatore mi prese da parte e mi disse di
aggiungere alla scommessa altri 5 milioni da parte sua.
[...] Anche per noi giocatori era una garanzia il fatto che il
pareggio fosse stato combinato dalle due dirigenze. Infatti nelle ore
che rpecedettero la partita cercammo altre strade per scommettere
ancora e vincere piu' soldi. Colomba telefono' al suo amico Chiodi (un
ex del Bologna passato al Milan) a Milanello, e gli chiese di
scommettere per noi sulla piazza di Milano il pareggio di
Bologna-Juve.
[...] Io (Carlo Petrini, ndr) ero destinato alla panchina, quando
uscii dallo spogliatoio incrocia Trapattoni: gli raccomandai il
rispetto dell'accordo, e lui mi disse che potevamo stare tranquilli,
che non c'era nesun problema(con Trapattoni avevo giocato nel Milan e
nel Varese, sapevo che era una persona seria). I miei compagni, nel
sottopassaggio prima di entrare sul terreno di gioco, fecero lo
stesso con alcuni giocatori juventini (che quel giorno erano: Zoff,
Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Brio, Scirea, Causio, Prandelli,
Bettega, Tavola e Marocchino), gli dissero che avevamo scommesso sul
pari; uno di loro rispose: 'Noi oggi non abbiamo scommesso, il colpo
lo abbiamo gia' fatto due domeniche fa con l'Ascoli'.
[...] Nella ripresa il nostro portiere Zinetti, totalmente
deconcentrato, ne combino' una grossa: al decimo minuto, su un innocuo
tiro da lontano di Causio, si impapero' e il pallone scivolo' nella
rete. In campo l'imbarazzo fu generale.
[...] Ad un certo punto Bettega ci disse: 'Calmatevi: la
responsabiilita' di farvi fare gol me la prendo
io'. Meno di un quarto d'ora dopo la situazione venne risolta dagli
stessi bianconeri: su calcio d'angolo di Dossena, Brio ci regalo' una
bella autorete."

(da "Nel fango del dio pallone", di Carlo Petrini, edizioni KAOS).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Moggiopoli e dintorni... che spettacolo!