sabato, novembre 18, 2006

Paolo Ziliani su Cannavaro




Cannavaro "Pallone d'Oro" 2006 è la notizia che sta mettendo in subbuglio, in queste ore, l'Italia del pallone. I titoli a 9 colonne si sprecano, i peana e le articolesse pure. Noi ci chiediamo: è davvero una così bella notizia il premio assegnato al difensore del Real Madrid? E siamo sicuri che l'euforia beota - e tutta italiota - con cui addetti ai lavori e semplici sportivi hanno accolto l'indiscrezione sia il primo e unico sentimento da manifestare in un'occasione del genere? Secondo noi no. Secondo noi è un peccato che Cannavaro abbia vinto il "Pallone d'Oro" ed è un peccato, ancora più grande, che adesso tutti si facciano largo a gomitate per andare a brindare.

CONSIDERAZIONE N. 1. Da un punto di vista sportivo, il "Pallone d'Oro" a Cannavaro è un riconoscimento che non si discute. Cannavaro ha giocato un Mondiale ai limiti della perfezione esattamente come Buffon, Gattuso e Pirlo: a differenza dei tre compagni di nazionale, aveva la fascia di capitano al braccio e nelle foto con la Coppa è finito lui. Di più: il premio di France Football è criticato da sempre, e a ragione, per la scarsa attenzione riservata ai difensori (e ai portieri): ebbene, il premio a Cannavaro è un risarcimento alla categoria, e non fa ridere come quello dato a Sammer nel '96.


CONSIDERAZIONE N. 2. Sportivamente parlando, il "Pallone d'Oro" a Cannavaro non fa una grinza per un altro motivo: Fabio non ha giocato benissimo solo il Mondiale, ma l'intera stagione con la Juventus. E non sempre capita. Per capirci, quando France Football nell'82 incoronò Paolo Rossi, premiò 3 partite che il bomber azzurro giocò in stato di grazia (Italia-Brasile 3-2, Italia-Polonia 2-0, Italia-Germania 3-1): le uniche da ricordare in una stagione che per Pablito non era praticamente esistita (la squalifica per le scommesse si era conclusa a 3 giornate dalla fine del campionato e dall'inizio del Mundial).
CONSIDERAZIONE N. 3. Ma se la componente morale, nello sport, continua ad essere una componente importante, e non può essere disgiunta da quella agonistico-sportiva, allora nel "Pallone d'Oro" dato a Cannavaro c'è qualcosa che non va. Anche se il trionfo di Berlino è stato un gigantesco colpo di spugna che ha avuto l'effetto di lobotomizzare le menti degli sportivi italiani (addetti ai lavori in testa), è il caso di ricordare gli incredibili imbarazzi che provocarono, in Federazione e nell'Italia intera, le prese di posizione di Cannavaro ai tempi di Calciopoli. Il difensore della Juventus, nell'ufficialissima sede del ritiro azzurro di Coverciano e nell'ufficialissima veste di capitano della nazionale, si gettò lancia in resta in un'intemerata difesa di Moggi, contestando il lavoro di giudici e inquirenti. In soldoni, Cannavaro disse in mondovisione che Moggi era il più bravo di tutti, cioè il più furbo in un mondo di furbi: e che era così che si faceva, era così che si doveva fare ed era così che facevano tutti. Ragione per cui non c'era motivo per mettere in discussione nulla e non c'era motivo per mettere in discussione i successi ottenuti dalla Juventus di Moggi e Giraudo. Tutto questo da capitano azzurro e con la protervia di chi nemmeno considera i sentimenti, e le ragioni, di compagni di nazionale danneggiati, nei loro club, dai comportamenti illeciti dei dirigenti juventini.


CONSIDERAZIONE N. 4. D'altronde, come meravigliarsi delle dichiarazioni di Cannavaro, così drammaticamente organiche al sistema malato che l'inchiesta penale di Napoli stava impietosamente portando alla luce? Anche se la Coppa alzata al cielo di Berlino, di lì a poco, provocherà la più gigantesca operazione di rimozione collettiva che la storia del calcio italiano ricordi, ci sono - per fortuna - ritagli di giornale e registrazioni televisive. A ricordarci, tra le altre cose, le intercettazioni in cui Moggi consigliava a Cannavaro, e al manager di Cannavaro, di fingersi depresso e malato per poter manifestare ai dirigenti dell'Inter, e in special modo al "Brindellone" (così Moggi chiamava Facchetti), il desiderio, anzi, l'assoluta volontà di cambiare aria e di andarsene in un club che lo amasse e lo accudisse più amorevolmente di quanto l'Inter non facesse: per esempio, la Juventus. Detto e fatto.


CONSIDERAZIONE N. 5. C'è poi un episodio che sfugge alla maleodorante cloaca di Calciopoli e che attiene unicamente alla rettitudine e al senso morale di Fabio Cannavaro giocatore e uomo. Il 23 aprile 2006, dopo pochi minuti di Juventus-Lazio, con un folle e insensato intervento a centrocampo Cannavaro rompe una gamba a Mudingayi (fallo da rosso diretto, l'arbitro non lo ammonisce nemmeno). La partita prosegue, la Juve faticosamente vince, Cannavaro torna negli spogliatoi ma non sente il dovere nè di andare a scusarsi, nè d'interessarsi alle condizioni di salute del centrocampista originario del Congo. In serata, quando tutti i programmi sportivi rilanciano la notizia di Mudingayi in ospedale con la gamba rotta, Cannavaro non sente - nemmeno in quel momento - il bisogno di telefonare al collega per manifestargli il suo dispiacere e le sue scuse. Lo farà 48 ore dopo, a comando, dopo l'indignazione di giocatori e dirigenti laziali, un po' come accadrà per la conferenza-stampa riparatrice che Guido Rossi lo costringerà a fare a Coverciano, di malavoglia, dopo la difesa di Moggi e l'Elogio della Furbizia elevata a Regola di Gioco (e di Vita).


CONCLUSIONE. Sono 4, ora, i calciatori italiani ad aver vinto il "Pallone d'Oro": Gianni Rivera, Paolo Rossi, Roberto Baggio e Fabio Cannavaro. Ebbene: da italiani, da sportivi e da addetti ai lavori, siamo molto orgogliosi dei premi vinti da Rivera e da Baggio. Di quelli dati a Rossi (che combinava le partite) e a Cannavaro (che elogia chi le combina), sinceramente avremmo fatto volentieri a meno.
PAOLO ZILIANI

2 commenti:

Anonimo ha detto...

come il 99.99999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999999%
farebbe a meno di PAOLO ZILLIANI

grouchomax ha detto...

concordo :)